La Tela delle Meraviglie
I giardini dell’incantamento e la Reggia di Rivalta, raffigurati dal conte Alfonso Tacoli, sulla tavola considerata la rappresentazione più fedele della piccola Versaillés, dimora di Carlotta e Francesco d’Este, duchi di Modena e Reggio
“I famosi giardini del palazzo rappresentavano tutto ciò che si poteva sognare … l’acqua guizzava in ogni più remota zona del parco … nel centro del giardino stava un belvedere semicircolare al quale si accedeva da gradinate in marmo … vi erano tre statue colossali raffiguranti i principali torrenti dello Stato Estense il Crostolo, il Panaro e il Secchia …”
Luisa Simonazzi, Reggio Storia n°1, 1978
Immaginare la Reggia di Rivalta e il Giardino come erano, nello splendore di un tempo, è un desiderio realizzabile oggi grazie alla disponibilità dell’Archivio di Stato, che espone al pubblico la tela del conte Alfonso Tacoli.
Ciò che ci è negato nella realtà, eppure ancora evocato dal paesaggio e dall’ala della Reggia, lo troviamo qui descritto su una carta ampia, una pianta dall’alto, recentemente restaurata a cura del Ministero dei Beni culturali.
Davanti a questa mappa possiamo perdere lo sguardo tra aiuole e simmetrie di quella che fu una piccola Versailles, cercare i segni di oggi, immaginare la Rivalta dell’epoca.
Il titolo dato, “La tela delle meraviglie”, scaturisce dall’aspettativa creata dal desiderio di poter affacciarsi a questo preziosissimo documento, rappresentazione fedele della dimora di Carlotta e Francesco d’Este, duchi di Modena e Reggio, e dal piacere di condividere questa esperienza unica con tutti coloro i quali, o per passione, come noi, o per curiosità, ne sono attratti.
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La «Pianta de’ ducali giardini e palazzo da Sua Altezza Serenissima fatto edificare in Rivalta», datata 26 giugno 1751 e conservata presso l’Archivio di Stato di Reggio Emilia, è un disegno ad acquerello e inchiostro di grandi dimensioni: cm. 288×162. Realizzata su carta foderata con tela, essa era montata con due aste di legno inchiodate ai margini superiore e inferiore.
Un delicato e laborioso intervento di restauro ha consentito, nel rispetto rigoroso dell’opera, un recupero che ne mette di nuovo in risalto il valore estetico accanto a quello di testimonianza storica.
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